Tredicesima AVS e iniziativa dei giovani liberali sull’innalzamento dell’età pensionabile il prossimo 3 marzo e poi, forse a settembre, il referendum contro la modifica della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP): il 2024 sarà un anno importante per il futuro del sistema pensionistico elvetico. Per capire quale sia la posta in gioco ci siamo rivolti al giornalista romando Pietro Boschetti, specializzato nella storia della previdenza vecchiaia in Svizzera e autore di un recente libro sul ruolo degli assicuratori privati nella creazione del cosiddetto sistema dei tre pilastri.

 

Pietro Boschetti, dopo l’accettazione, nel 2023, dell’aumento dell’età pensionabile delle donne, quest’anno si torna a votare sul tema pensioni. Il 3 marzo si voterà sull’iniziativa sindacale per una 13esima AVS e su quella dei liberali che mira a un innalzamento dell’età pensionabile. E sempre quest’anno ci si dovrebbe esprimere sul referendum contro la riforma della LPP. Siamo in un momento decisivo per il futuro della previdenza vecchiaia svizzera?

Penso proprio di sì. Siamo di fronte a un anno spartiacque che determinerà il quadro dentro il quale verrà creato il sistema previdenziale svizzero dei prossimi cinquant’anni. Ad essere determinante saranno i rapporti di forza che scaturiranno da queste votazioni. Siamo di fronte a delle enormi sfide per quanto riguarda la previdenza vecchiaia e se la destra vincerà tutte e tre le votazioni potrà fissare le sue regole. Un po’ come nel 1972, quando il popolo accettò a larga maggioranza il progetto del Consiglio federale, concepito in realtà dal settore delle assicurazioni private, che di fatto iscrisse nella Costituzione il principio dei tre pilastri. L’attuale sistema, basato su rendite AVS insufficienti e sulla capitalizzazione del secondo pilastro, è figlio di quella scelta e dei rapporti di forza politici scaturiti da questa votazione.

 

Questa volta, però, non è detto che la destra vinca. L’iniziativa per la tredicesima AVS, stando anche ai sondaggi, sembra sulla buona strada per essere accettata dal popolo. Cosa ne pensa di questa iniziativa?

Sono totalmente favorevole ad AVS13. La ritengo l’iniziativa più intelligente lanciata dalla sinistra negli ultimi quindici anni. Penso inoltre che la votazione arrivi al momento giusto, in un contesto di crisi del potere d’acquisto e con un numero sempre maggiore di pensionati che fa fatica a fare quadrare i conti a fine mese. Ancora oggi, ancorché insufficienti, le rendite AVS sono la sola entrata di denaro sicura per una grande parte della popolazione anziana: aumentare queste rendite del primo pilastro, l’unico realmente sociale, è quindi il metodo migliore per combattere la precarietà dei pensionati.

 

Da un punto di vista politico cosa comporterebbe vincere questa votazione?

La sinistra non esce spesso vincente dalle urne. Fa eccezione l’ambito delle pensioni, a patto che il fronte progressista e sindacale si presenti unito. Ciò che sembra essere il caso con l’iniziativa AVS13. La sinistra ha davanti a sé una grande opportunità per lanciare un messaggio politico forte alla destra: se porta a casa questa iniziativa marcherà un punto fondamentale nei rapporti di forza che determineranno il futuro previdenziale della Svizzera. Una vittoria il 3 marzo significa dire che la popolazione svizzera vuole un primo pilastro dignitoso. Per avanzare da un punto di vista progressista in questo ambito occorre proprio che l’AVS possa fornire rendite più cospicue, rompendo di fatto lo status quo iniziato nel 1972 e che fa tuttora sì che – per la gioia degli assicuratori privati – il primo pilastro copra solo il minimo vitale.

 

Pubblicato il 

12.02.24
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