Lavoro

«Occorre altresì sfatare la retorica dei contrari, secondo cui queste misure sono a vantaggio della grande distribuzione. I grandi magazzini hanno infatti tutti superfici superiori». Parole del granconsigliere Andrea Censi, relatore del rapporto di maggioranza favorevole alla modifica della legge sull’apertura dei negozi che ha portato al raddoppio del limite di superficie per aprire sette giorni su sette per undici mesi l’anno nei due terzi delle località ticinesi definite turistiche dal Governo.

 

A promuovere la modifica legislativa del raddoppio di superficie da 200 a 400 metri quadrati, fu il granconsigliere Alessandro Speziali, presidente dei liberali e membro del Consiglio di Cooperativa Migros Ticino. Nell’aula granconsiliare furono molti gli interventi dei parlamentari della maggioranza protesi a smentire il favore alla grande distribuzione col raddoppio di superficie. Altrettanto si fece durante la campagna che precedette il voto popolare di giugno, in cui furono approvate le modifiche dall’elettorato.
 
Dalle parole ai fatti


Domenica 3 dicembre Migros ha aperto le filiali di Paradiso, Ascona (600 m2) e della “turistica” Molino Nuovo (espressamente così definita dal Governo) la cui superficie è di 650 metri quadrati, oltre un terzo del limite legale. Per restare nei limiti, all’interno del negozio sono ricomparsi i cestelli improvvisati o i nastri divisori utilizzati durante il Covid. Chi è chiamato a far rispettare la legge, dovrà ora farlo con il righello alla mano. Grazie allo stratagemma divisorio, la filiale del gigante arancione della vendita al dettaglio nel più popoloso quartiere di Lugano potrà restare aperta le domeniche di undici mesi l’anno dalle 8 alle 19.


Ascolta la voce delle venditrici e venditori nel podcast di area => "Come tutte le commesse"

 

Come detto, il quartiere è stato inserito espressamente dal Governo cantonale nella lista delle località turistiche che possono aprire i commerci sette giorni su sette. La pertinenza turistica con Molino Nuovo sfugge ai semplici cittadini, ma non al Governo. Perché undici mesi invece di dodici, si spiega invece facilmente. La deroga ad una legge, per definizione, non può durare tutto l’anno. Altrimenti non si giustificherebbe l’eccezione alla legge. Nel solo mese di novembre dunque, Molino Nuovo smette di indossare i panni di località turistica.


Il gruppo Migros è stato certamente il più lesto nell’approfittare del lavoro domenicale offerto dall’assist politico del raddoppio di superficie. A urne ancora tiepide, a meno di un mese dal voto a loro favorevole, Migros ha predisposto le aperture domenicali delle filiali di Maggia e Melano. Chiuse durante il periodo invernale, le due filiali riapriranno dal 3 marzo, assicura il portavoce di Migros Ticino intervistato da area. Portavoce che tiene a precisare che solo cinque delle 35 filiali presenti sul territorio cantonale hanno aperto le domeniche. Poco meno del 15%. Finora.

 

Poiché il Governo ha definito località turistiche anche i quartieri luganesi di Pregassona, Viganello e Besso, dove hanno sede altrettanti filiali del gigante arancione e di altre catene, il tempo ci dirà se anche nei negozi di quei quartieri ricompariranno i nastri divisori di pandemica memoria. Discorso identico vale per i due terzi delle località ticinesi definite turistiche per decreto governativo. La concorrenza del gigante arancione ha già annunciato che non starà a guardare. Coop ha informato che nel 2024 aprirà pure lei i battenti le domeniche di alcune filiali ticinesi.


La catena Denner, proprietà del gruppo Migros, ha aperto a sua volta altre filiali. Ad Agno e a Locarno, mentre la terza scelta è caduta sul quartiere luganese di Molino Nuovo, a poche centinaia di metri dalla filiale Migros. Di che provocare l’imbarazzo della scelta ai numerosi virtuali turisti invernali, che abbiamo (lo confessiamo) riprodotto nell’immagine  grazie all’intelligenza artificiale. Di turisti in carne ed ossa non ne abbiamo trovati nella nostra visita domenicale alla filiale del quartiere. Per dovere di cronaca, riferiamo di non aver visto nemmeno dei piccoli commerci aperti la domenica in quel di Molino Nuovo.


L’eccezionalità di novembre dalla deroga turistica spiega perché la Denner di fronte al cimitero luganese sia rimasta chiusa quel mese, dopo aver inaugurato le domeniche d’ottobre. A dicembre ha puntualmente riaperto e, con buone probabilità, lo farà per i prossimi undici mesi, quando l’eccezione novembrina si ripresenterà. Dura lex, sed lex, dicevano gli antichi. Per chi non mastica il latino come il sottoscritto, “dura legge, ma legge”. In questo caso però, risulta forse più appropriata la sapienza popolare riassunta nel detto: “Fatta la legge, trovato l’inganno”.

 

Una presa in giro
«Mi ha dato una brutta notizia». Risponde amareggiata Maddalena Ermotti-Lepori alla notizia dell’apertura di Migros a Molino Nuovo. Luganese doc, per decenni abitante proprio nel quartiere di Molino Nuovo, l’esponente del Centro fu una delle poche granconsigliere a esprimersi pubblicamente contro le modifiche alle aperture dei commerci in votazione lo scorso giugno.

 

Col raddoppio di superficie «si andrebbe a favorire esclusivamente la grande distribuzione a discapito dei piccoli negozi» scriveva nella lettera aperta ai giornali. Aver avuto conferma di esser stata nel giusto, resta per lei una magra consolazione. «Mi sento presa in giro come cittadina e politica. E dispiaciuta per le commesse. I favorevoli negavano che il raddoppio di superficie fosse fatto in funzione della grande distribuzione. La maggioranza dei cittadini ci ha creduto, pensando che le modifiche si riducessero aIle aperture prenatalizie e andassero a favore dei piccoli commercianti. I fatti purtroppo ci stanno dando ragione».

 

La deputata Ppd è particolarmente dispiaciuta del trionfo del soldo a spese del senso di comunità. «Non solo perché da credente attribuisco un valore importante alla domenica, ma ritengo importante, per la società tutta, che vi sia un giorno comune di libero per tutti. Senza dare la possibilità di stare insieme almeno una giornata, è quantomeno ipocrita poi lamentarsi dello sfilacciamento sociale o familiare».

Pubblicato il 

14.12.23
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