Esteri

La morte di un banchiere svela le lacune di PKB

Archiviata l’inchiesta contro l’ex responsabile della clientela latino-americana della banca di Lugano. L’uomo ha aperto decine di conti per la Odebrecht, gruppo brasilianoche ha fatto di PKB un perno del suo sistema di casse nere

Con il suo operato ha contribuito all’arrivo in Svizzera dei milioni sporchi della corruzione brasiliana. Gustavo*, per anni responsabile della clientela latino-americana per la banca ticinese PKB Privatbank, è morto d’infarto ad inizio 2023. L’inchiesta a suo carico per riciclaggio di denaro e complicità in corruzione è quindi stata archiviata dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC). La lettura del decreto d’abbandono permette tuttavia di fare un po’ di chiarezza su uno dei più importanti filoni svizzeri dell’inchiesta brasiliana Lava Jato. Il documento spiega come PKB abbia gestito per anni un sistema di fondi neri e pagamenti corruttivi per conto di una delle più grandi multinazionali dell'America Latina: il gruppo Constructura Norberto Odebrecht.

 

Rotta verso il Brasile

 

Tutto inizia nel 2004. La PKB acquisisce la Banca Monte Paschi (Suisse) ed il relativo pacchetto di clientela gestito da Gustavo. PKB decide allora di sviluppare il mercato latino-americano ed affida la coordinazione del progetto a Ferdinando Coda Nunziante, membro della direzione generale e persona molto vicina all’allora CEO e rappresentante della proprietà, Umberto Trabaldo Togna.

La persona operativa sul campo, però, è Gustavo che può far valere la sua origine brasiliana. A partire dal 2006, quest’ultimo entra in contatto con un cliente potenzialmente molto interessante: la multinazionale delle costruzioni Odebrecht. L’obiettivo dichiarato alla direzione, in linea con le proprie strategie di private banking, è quello di acquisire quali clienti i membri della ricca famiglia Odebrecht e dei dirigenti del gruppo. In realtà, non andrà così.

 

Il principale referente della banca erano alcuni membri del Dipartimento operazioni strutturate (DOS) della multinazionale, un’apposita entità integrata nell’organigramma del gruppo, direttamente subordinata al CEO Marcelo Odebrecht, e che aveva uno scopo specifico: gestire i fondi neri dell'azienda, destinati in particolare al pagamento di tangenti.


Scatta l’inchiesta

 

Il gruppo Odebrecht è stato condannato in vari Stati, tra cui la Svizzera, nel dicembre del 2016. Due mesi più tardi, l’MPC apre un’inchiesta penale nei confronti di Gustavo. Quest’ultimo nel frattempo era stato licenziato e denunciato dalla stessa PKB la quale riteneva che fossero stati commessi dei reati in relazione all’apertura e alla gestione di diversi conti. La banca si è costituita parte civile nel procedimento.

 

L’inchiesta, grazie agli atti di una parallela procedura della FINMA - che aveva accertato le gravi violazioni di PKB nel 2018 - e alle e-mail di Gustavo ha potuto stabilire come il banchiere avesse intrattenuto con i membri della DOS un “rapporto privilegiato, contrario ai doveri contrattuali e legali imposto dalla propria funzione”. In sostanza, scrive il procuratore federale Alfredo Rezzonico, Gustavo “operava all’interno di PKB come un uomo di Odebrecht, facendo più gli interessi del Gruppo e non quelli del suo datore di lavoro”.


Prima i corruttori…

 

La banca era diventata una sorta di testa di ponte per il flusso di denaro occulto creato dalla multinazionale brasilina per i propri pagamenti corruttivi. Dal 2006 e negli anni a seguire, su richiesta della DOS e con il supporto di Gustavo, alla PKB di Lugano sono stati aperte diversi conti riconducibili al gruppo brasiliano. La particolarità era che questi conti, aperti da società offshore, avevano formalmente come beneficiari economici dei prestanomi. Lo scopo: costruire dei fondi che non fossero riconducibili alla società, ma che fossero a sua disposizione. Dei conti di passaggio, insomma. L’iniziale obiettivo strategico di PKB di acquisire membri della famiglia “è quindi stato totalmente disatteso”.


>> Vedi anche: Caso Petrobras: condanna penale per un ex direttore di Pkb


…poi i corrotti

 

Attraverso questa modalità operativa, Gustavo ha assicurato la massima flessibilità nei confronti del cliente Odebrecht, tanto da far operare la banca contrariamente al proprio core business e permettendo alla multinazionale di agire in modo occulto. Scrive il procuratore Alfredo Rezzonico: “Gustavo ha quindi permesso a DOS di far confluire in PKB valori di origine criminale, in quanto costitutivi, fra l’altro, di dazioni corruttive destinate a ricompensare funzionari pubblici brasiliani al fine di ottenere commesse pubbliche”.

 

Emblematica una mail del 11 marzo 2010 tra Gustavo e Coda Nunziante dove il primo, facendo riferimento ad un incontro avuto con l’intermediario finanziario svizzero-brasiliano Bernardo Freiburghaus (condannato nel 2020 dal Tribunale penale federale), specifica che ora PKB può aprire i conti “delle controparti di Odebrecht”. Il riferimento è ai conti fatti aprire in seno alla banca ticinese a due massimi dirigenti della società petrolifera Petrobras: Paulo Roberto Costa e Pedro Barusco. In questo modo, la PKB non ospitava più solo i conti dei corruttori, ma anche quelli dei corrotti, dipendenti pubblici della parastatale brasiliana.


Commissioni occulte

 

Le indagini hanno permesso di rilevare anche un altro aspetto. Il fatto che Gustavo, a partire dal 2009, abbia iniziato a trattenere, in relazione al valore dell’ammontare dei valori patrimoniali accreditati da Odebrecht sui propri conti presso PKB, delle commissioni fino al 1,5%. Questa somma era successivamente spartita tra lo stesso Gustavo e i membri della DOS.

 

La Procura federale ha potuto stabilire che il banchiere ha potuto percepire una somma occulta compresa tra i 2,6 e i 3,1 milioni di franchi. Tale retribuzione era percepita all’insaputa della banca e di Ferdinando Coda Nunziante su un conto aperto presso la Banque Pasche de Nassau da Genesis 7, una società controllata dallo stesso Gustavo.


>> Vedi anche: PKB nel mirino del Senato americano

 

Il banchiere ha ammesso durante gli interrogatori i fatti essenziali. Nel giugno 2022, Gustavo ha chiesto di potere procedere con il rito abbreviato. Richiesta accolta dall’MPC che ha quindi invitato l’uomo ad un interrogatorio finale nell’ottobre 2022. Gustavo, però, non si è presentato per motivi di salute. L’uomo è morto d’infarto in Spagna ad inizio 2023.

 

Il decesso ha quindi portato ad un decreto d’abbandono, datato 4 settembre 2023. Il documento specifica le condotte criminali di Gustavo. Una somma di 52mila franchi è confiscata dalla Procura federale: si tratta della parte (0,75%) di commissioni occulte guadagnate dall’ex banchiere sui 6,9 milioni di franchi accreditati sui conti PKB di Paulo Roberto Costa.

 

Dopo la condanna per riciclaggio di Ferdinando Coda Nunziante nel maggio 2022 e l’abbandono nei confronti del defunto Gustavo resta ancora da capire un punto: la banca PKB sarà a sua volta perseguita? L’inchiesta nei confronti dell’istituto è tuttora in corso.

 

*nome modifiato; il vero nome è conosciuto dalla redazione

 

 

 

 

Pubblicato il

07.12.2023 07:54
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