Giustizia

L’MPC condanna BSI per riciclaggio “aggravato”

La Procura federale ha emesso un decreto d’accusa e chiesto una multa di 4,5 milioni di franchi. Due filiali del fondo malese si sono però opposte: la decisione è sospesa e il dossier è nelle mani del Tribunale penale federale

Dopo aver segnato la fine della più antica banca ticinese nel 2016, l’eco dello scandalo legato al fondo malese 1Malaysia Development Berhad (1MBD) torna a farsi sentire in Ticino. Lo scorso 11 gennaio, dopo un’inchiesta durata quasi sei anni, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha infatti emanato un decreto d’accusa nei confronti di BSI SA «per responsabilità d’impresa in relazione ad atti di riciclaggio di denaro aggravato».

 

Acquistata nel 2016 dalla zurighese EFG International, BSI dovrà pagare una multa di 4,5 milioni di franchi. A confermarci la notizia è la stessa Procura federale secondo cui l’istruzione «ha permesso di appurare che, tra agosto 2010 e giugno 2014, nell’esercizio della sua attività, la banca ha omesso di prendere tutte le misure organizzative ragionevoli e indispensabili per impedire il reato di ripetuto riciclaggio di denaro aggravato».

 

Ricorso da parte di 1MBD

 

La vicenda  è però lungi dall’essere chiusa. Due filiali del fondo 1MBD, accusatrici private nella procedura, si sono infatti opposte al decreto d’accusa. Il dossier è così stato inviato al Tribunale penale federale (TPF), autorità che è ora chiamata a pronunciarsi sull’opposizione.

 

Il decreto d’accusa è invece stato accettato dalla banca ticinese, o perlomeno da quello che ne resta. Dopo l’acquisto da parte di EFG International, imposto dalla FINMA nel 2016 a seguito proprio del caso 1MBD, BSI SA è stata mantenuta per regolare la progressiva cessazione delle attività dell’istituto bancario, incluse «quelle tese a gestire tutti i procedimenti di carattere amministrativo e regolamentare, nonché le investigazioni in Svizzera come all’estero».

 

Alte sfere risparmiate

 

Per la Procura federale, il riciclaggio commesso in seno a BSI è stato commesso «da alcuni collaboratori, in particolare da due consulenti attivi presso la sede di Singapore che si occupavano anche delle relazioni bancarie a Lugano legate al fondo sovrano malese».

 

I due banchieri sono Yew Chee Yak e Yvonne Seah, anch’essi condannati tramite decreto d’accusa dall’MPC. Uno di questi decreti è entrato da poco in giudicato e abbiamo potuto consultarlo (qui il nostro articolo); l’altro è stato inviato alle autorità di Singapore per notifica all’imputato.

 

Dopo la condanna della società BSI SA, che tanto verrà poi liquidata, e quelle dei due banchieri responsabili dei conti problematici, ecco che i soli attori a non essere stati indagati sono i dirigenti bancari dell’epoca. Ossia coloro che hanno portato nel baratro la banca.

ALBERTO CAMPI PHOTO // WE REPORT

Pubblicato il

06.03.2024 19:14
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