Giustizia

Fiduciario indagato, promosso candidato

Sulla lista Udc del Consiglio nazionale figura un fiduciario a processo in Italia per un caso di riciclaggio. Vale la presunzione d’innocenza, ma ci s’interroga sull’opportunità politica di tale candidatura

È tra i candidati a sorpresa dell’Udc alle elezioni federali del 22 ottobre. Due giorni dopo, Max Spiess è atteso a Latina dove è imputato per riciclaggio nell’ambito del processo in corso legato al fallimento della locale squadra di calcio. La coincidenza è stata sottolineata di recente da un articolo del quotidiano Latina Oggi che ricorda come il fiduciario ticinese sia accusato di fare parte dello stesso gruppo che ha spolpato la società insieme all’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta. L’accusa nei confronti del candidato dell’Udc Ticino è quella di fare parte di «un gruppo criminale organizzato, impegnato in attività criminali di riciclaggio in più di uno Stato».

 

Al vaglio dei giudici vi è in particolare il ruolo della fiduciaria luganese Smc Trust Office, dal 2013 al 2021 presieduta proprio da Spiess. La società ticinese – che nel frattempo ha cambiato nome e dirigenza – avrebbe contribuito a riciclare il denaro non dichiarato di Maietta, personaggio dalle controverse simpatie fasciste, dalle amicizie nel mondo della mala In particolare con i Di Silvio, imparentati con i più noti Casamonica) e implicato in varie vicende giudiziarie in Italia. Tra queste vi è appunto quella che coinvolge il fallimento del Latina Calcio, di cui Maietta è stato presidente e proprietario al 50%. Assieme ad altri, il politico doveva essere una sorta di salvatore della squadra che dopo avere sognato la Serie A nel 2014 fallì nel 2017.

 

Società bucalettere a Lugano

 

Secondo la ricostruzione della Procura, gli allora dirigenti si sarebbero impossessati di ingenti somme di denaro il cui riciclaggio fu possibile anche grazie al ruolo di Max Spiess e di un altro fiduciario ticinese. La vicenda, in realtà, non riguarda solo il fallimento della squadra di calcio. Presso la Smc Trust Office di Lugano furono create alcune società (Rofa Investment Sa, July Investments Sa, Rosaimm Sa), amministrate da Spiess e dall’allora direttore della fiduciaria luganese, il cui scopo sarebbe stato quello di riciclare il denaro di dubbia origine di Maietta. In sostanza, secondo l’accusa, Spiess e il suo socio «sostituivano e trasferivano denaro proveniente dai delitti tributari» commessi da Maietta e da due suoi collaboratori. In questo modo lo stesso Spiess avrebbe realizzato «altre operazioni funzionali ad ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa».

 

Il tutto avveniva tramite il trasferimento in Svizzera dei proventi illeciti che poi venivano rigirati in Italia e utilizzati in buona parte per operazioni immobiliari. In totale, circa 2,8 milioni di euro sono stati versati sui conti delle società elvetiche (oggi liquidate) aperte presso la Smc Trust Office. Per il procuratore Giuseppe Bontempo, Spiess, in veste di amministratore della Smc Trust Office e coamministratore delle società ticinesi ad essa legate, avrebbe curato in Svizzera «la gestione amministrativo-contabile di ogni aspetto relativo al riciclaggio».

 

«Sono innocente»

 

La vicenda era nota da tempo. Già nel 2020, la trasmissione Report vi aveva dedicato un’inchiesta e quest’estate la Rsi ne aveva riferito al momento dell’annuncio della lista dei candidati Udc alle prossime elezioni nazionali. Max Spiess, già municipale di Porza per il Ppd, ha spiegato di essere stato chiamato da Chiesa e Marchesi e di avere così accettato la proposta. Contattato da area, il candidato afferma di aver chiesto l’archiviazione e «di aver sempre lavorato nel rispetto delle leggi e delle norme antiriciclaggio» e che per questo «non è mai stato aperto un procedimento nei nostri confronti in Svizzera». Per Spiess infine «si tratta di un evidente attacco politico ad un allora senatore di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta». Vale naturalmente la presunzione di innocenza e non è detto nemmeno che sul processo – al quale Spiess non ha mai partecipato fisicamente – possa cadere la ghigliottina della prescrizione.

 

Un sottobosco fiduciario

 

La vicenda dà però un’immagine del sottobosco nel quale si è mosso il fiduciario ticinese. Non solo a Latina. Era ad esempio presso la fiduciaria allora presieduta da Spiess che aveva sede la società Gps Sa, Global Aviation Supplier (oggi in liquidazione) la quale – come scrivono gli inquirenti elvetici in un documento in nostro possesso – «risulta essere formalmente destinataria di diversi containers contenenti ingenti quantitativi – nell'ordine di decine di migliaia di chili – di sostanze stupefacenti (anfetamine, in parte del tipo captagon, e hashish)». Il riferimento è al sequestro record effettuato di 14 tonnellate di Captagon provenienti dalla Siria e sequestrate nel 2020 nel porto di Salerno. L’azienda basata presso la Smc Trust Office era riconducibile ad un imprenditore italo-svizzero recentemente condannato in via definitiva a 10 anni di prigione in Italia, come già riferito dal Cdt. Del caso si era occupato anche il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) che aveva condotto delle perquisizioni e aperto un’inchiesta poi chiusa in quanto i fatti stavano per essere giudicati in Italia. Spiess ha ribadito ad area che la fiduciaria all'epoca da lui diretta «non è implicata in alcun modo nel procedimento in Italia» e tiene ad sottolineare che le «la Svizzera ha escluso un nostro coinvolgimento nelle due vicende».

 

Queste vicende non sembrano avere turbato la dirigenza dell’Udc. Piero Marchesi ha affermato alla Rsi che il candidato non è indagato in Svizzera e che è già capitato ad altri politici di essere sotto inchiesta in Italia per poi venire assolti. Vero! Vero anche, però, che la vicenda non può che aggiungere ulteriori interrogativi in merito all’opportunità di andare a cercare ai confini della politica un profilo di questo tipo e candidarlo alle prossime elezioni nazionali. La cosa è ancora più imbarazzante nell’attuale contesto dell’affare Ticiconsult, la fiduciaria di Chiesa e Marchesi che per 14 mesi non ha avuto – in contrasto con quanto prevede la legge – un proprio membro iscritto all’albo dei fiduciari. Un albo nel quale Max Spiess è tuttora iscritto. Per essere in regola, insomma, bastava che i due dirigenti dell'Udc chiedevano in casa.

 

Pubblicato il

12.10.2023 14:48
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